Prendersi cura dell'apprendimento

Nello Studio di Psicologia Il Melograno ci prendiamo cura dei bambini e dei ragazzi che incontrano delle difficoltà nel loro percorso scolastico. Queste difficoltà a volte corrispondono ad alcune etichette diagnostiche: DSA, dislessia, discaluculia, ADHD, ecc.
A differenza di altri centri "specializzati" crediamo fortemente che queste difficoltà non si debbano confondere con il concetto di patologia o di "disturbo". La dislessia, come l'ADHD sono l'espressione di una diversità neurologica (o "neurodiversità"). Sono quindi una caratteristica della persona e non vanno "riabilitate" ma rispettate attraverso interventi di potenziamento e l'utilizzo di strumenti compensativi, che permettano di far emergere i punti di forza e i talenti di ciascuno.

Come avviene la valutazione dei ragazzi con difficoltà a scuola?
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Spesso accade che la diagnosi di DSA o ADHD arrivi molto in ritardo. Sfortunatamente riconoscere un DSA è difficile (specialmente se è di grado lieve) e quindi spesso le difficoltà del bambino sono confuse con pigrizia, scarsa voglia di studiare e via dicendo.
Ecco le fasi del percorso valutativo:
Primo colloquio anamnestico
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In questo incontro con i genitori, lo psicologo raccoglie tutte le informazioni sullo sviluppo del bambino e sulla sua storia scolastica.
Durante il primo colloquio lo psicologo cerca quegli indicatori che fanno pensare a un disturbo dell’apprendimento non riconosciuto e chiede a voi genitori come queste difficoltà hanno influenzato gli altri aspetti della vita del bambino (come l’autostima, il senso di autoefficacia, i rapporti con i compagni e la maestra, per dirne alcuni) a casa e a scuola; dopotutto, l’essere umano non è fatto a compartimenti stagni, se c’è una difficoltà in un ambito, questa influenza in misura diversa anche gli altri.
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Somministrazione dei test
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Dopo il primo colloquio, il bambino inizia con i test veri e propri.
Lo psicologo misura il funzionamento cognitivo generale, ossia i punti di forza e di debolezza di tutto quell’insieme di capacità che utilizziamo per risolvere i problemi e per apprendere, come la memoria, la capacità di fare analogie, l’elaborazione delle informazioni , la pianificazione e via dicendo. Questa fase è come un “check up generale” di come il bambino apprende e risolve i problemi.
Può essere venga usato un test, che misura il Quoziente Intellettivo. In breve, il QI non misura l’intelligenza, ma serve a comprendere come il bambino funziona in questo preciso momento su alcune specifiche abilità ed è richiesto in alcuni tipi di valutazioni.
Dopo la valutazione cognitiva generale, è il momento di entrare nello specifico con la valutazione degli apprendimenti.
In questa fase il bambino viene valutato sulle difficoltà specifiche che ha: lettura, scrittura, ortografia o calcolo. Di conseguenza, i test sono diversi, ad esempio lettura di brano per la dislessia o il test sul calcolo per la discalculia, così come diversi sono gli strumenti che il professionista può usare.
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L’ultimo incontro è il colloquio di restituzione, durante il quale lo psicologo informa e spiega alla famiglia i risultati ottenuti dalla valutazione.
Il prodotto finale è la relazione in cui è illustrato in modo molto preciso il profilo dell’apprendimento del bambino, con i punti di forza e i punti di debolezza; si tratta di una fotografia a 360° di come apprende il bambino, non una semplice “x” sulla casella “dislessia".
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Se dalla valutazione emergono gli elementi per formulare una diagnosi lo psicologo consiglierà alla famiglia di rivolgersi all'equipe multidisciplinare del Servizio di Neuropsichiatria Infantile dell'ASL di competenza per convalidarla.
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E dopo la diagnosi?
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Durante la restituzione lo psicologo vi spiega quali sono i passi da effettuare ora che la valutazione è finita, perché la diagnosi è solo il punto di partenza per aiutare il bambino, non un traguardo da raggiungere.
A seconda delle disponibilità logistiche e di tempo, le strade che si aprono sono diverse, a diversi livelli.
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A un primo livello, lo psicologo può avere un incontro con la scuola (ovviamente previo consenso della famiglia) per spiegare in dettaglio il profilo di apprendimento del bambino e concordare le strategie più adatte da inserire nel Piano Didattico Personalizzato
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Un secondo livello consiste nel creare un piano di intervento con il bambino, che può prevedere alcune attività di potenziamento e l'apprendimento di strategie e strumenti per lo studio e l'organizzazione scolastica. A questo scopo è utile affiancare al bambino una figura specializzata, il Tutor dell'Apprendimento. (clicca qui per saperne di più).